APPRENDISTATO DI TERZO LIVELLO: UN VANTAGGIO PER TUTTI
Crescere con l’apprendistato
L’apprendistato di terzo livello di alta formazione e ricerca è un contratto di lavoro che si ispira all’esperienza tedesca del cosiddetto “sistema duale”. L’obiettivo dello strumento è favorire una sostanziale integrazione fra mondo dell’istruzione e mondo del lavoro portando avanti una collaborazione sul piano educativo fra impresa ed Istituzione formativa.
Nel caso del nostro ITS Meccatronico Veneto sono 11 gli studenti che dal 2018 ad oggi hanno svolto o stanno svolgendo il loro percorso formativo attraverso l’apprendistato di terzo livello. È un punto di partenza ma ancora molto resta da fare.
Giova ricordare che si tratta di uno strumento che può essere attivato dai datori di lavoro privati di tutti i settoriproduttivi ai quali spettano vantaggi di diversa natura: contributivi, fiscali, retributivi ed economici e può essere applicato tra gli altri a tutti i giovani, tra i 18 anni e i 29 anni non compiuti che desiderano conseguire un diploma di istruzione terziaria superiore, come è proprio il caso degli ITS. Ed è proprio questo il tema al centro della newsletter di questo mese che vuole approfondire, attraverso testimonianze dirette, i tanti benefici derivanti dal ricorso al contratto di apprendistato di terzo livello.
Apprendistato, la normativa
Si tratta senza dubbio di uno strumento complesso disciplinato a più livelli da:
- normativa nazionale – con il D.Lgs 81 del 2015 e il DM del 12 ottobre del 2015 che disciplinano finalità del contratto, i criteri generali e gli standard formativi, la durata, diritti e doveri, recesso e sanzioni.
- competenza regionale per quanto riguarda la durata e dei profili formativi e la definizione di specifici criteri generali per la realizzazione dei percorsi formativi
- contrattazione collettiva nazionale (CCNL) disciplina gli altri aspetti contrattuali tra cui l’orario di lavoro, ferie e malattia, inquadramento e retribuzione, e la figura del tutor aziendale.
Per riferimenti dettagliati si rimanda al documento alla Guida ANPAL Servizi
Come ITS Academy Meccatronico Veneto da tempo sosteniamo l’importanza di ampliare la platea di studenti ITS inquadrati con il contratto di apprendistato di terzo livello. Abbiamo rilevato, infatti, quanto questo ancoraggio contrattuale contribuisca al legame azienda – studente in una prospettiva di lungo termine, anche se con motivazioni differenti. Non dobbiamo sottovalutare il fatto che spesso tanti ragazzi dopo il diploma di maturità hanno la necessità di entrare nel mondo del lavoro. Poter offrire loro la possibilità di un percorso di Alta Formazione in linea con le loro aspirazioni e sostenuto economicamente può fare la differenza. Per le imprese, che pur devono confrontarsi con uno strumento complesso, che necessita spesso di un supporto concreto anche da parte dei consulenti del lavoro, è sicuramente un’opportunità strategica per creare percorsi e figure aderenti alle proprie esigenze.
L’APPROCCIO STRATEGICO DE “LA MECCANICA” DI CITTADELLA:
LA GESTIONE INTERNA DEL CONTRATTO DI APPRENDISTATO DI TERZO LIVELLO
La Meccanica e l’importanza di sentirsi squadra
Un’azienda che affonda le sue radici nel territorio dove è cresciuta fino a raggiungere in 60 anni di storia una leadership internazionale nelle macchine tecnologicamente avanzate e nelle soluzioni mirate per tutti i processi inerenti la produzione di pellet. Un’azienda che nel territorio ricerca i giovani da inserire in un percorso di crescita reciproca. Parliamo de La Meccanica di Cittadella guidata oggi dall’ingegner Roberto Reffo che ci racconta dell’esperienza con gli studenti ITS Meccatronico Veneto e della scelta aziendale di ricorrere allo strumento dell’apprendistato di terzo livello.
I super tecnici che contribuiscono all’innovazione
La scelta del contratto di apprendistato
“Fare squadra è la parola chiave – continua l’Ingegner Reffo -. Quando inseriamo una risorsa, a maggior ragione se giovane, si tratta di una scelta strategica, che ha un orizzonte temporale di lungo periodo. Vogliamo che lo studente prima e il tecnico superiore dopo, si sentano parte di un progetto più ampio che li accompagnerà nella loro crescita professionale. In questa direzione va la scelta del ricorso al contratto di apprendistato di terzo livello… e della sua gestione interna. L’azienda e il giovane ne sono i protagonisti. La persona entra nella squadra, è un nostro dipendente a tutti gli effetti, viene coinvolto in tutte le iniziative, siano esse lavorative o di svago, fa esperienza nei vari settori dell’azienda per capire quale potrebbe essere la sua strada e dove la sua passione può trovare la migliore espressione”.
La gestione della risorsa umana
Un rapporto che continua dopo il diploma
“Scegliere l’ITS, nel nostro caso l’ITS Meccatronico Veneto e questa forma di contratto significa investire in un giovane. Per questo – conclude l’ingegnere – è una partnership che consiglio alle tante aziende che, anche del nostro territorio, faticano a trovare giovani tecnici. I giovani vanno accolti, guidati, stimolati. Questo richiede tempo e impegno, ma è l’unico modo per crescere, tutti”.
IL SUPPORTO E L’ESPERIENZA DI UMANA
NELLA GESTIONE DEL CONTRATTO DI APPRENDISTATO DI TERZO LIVELLO
La collaborazione di Umana con gli ITS e con l’ITS Meccatronico Veneto è di lunga data, ovvero dalla loro nascita. L’azienda ha colto sin dall’inizio il potenziale di questi percorsi di Alta Formazione post diploma. Lo stesso bollino ITS Academy di Confindustria è un riconoscimento che testimonia il percorso portato avanti negli anni per far conoscere e valorizzare le competenze di questi diplomati presso le aziende.
Ne parliamo con Maria Raffaella Caprioglio, presidente Umana SpA.
Ci vuole raccontare cosa ha significato, per un’agenzia come la vostra, poter proporre alle aziende una figura come quella del diplomato con un titolo di Tecnico superiore?
Il nostro mestiere è quello di rispondere alle esigenze delle aziende e di costruire delle “unioni” il più possibile felici e durature fra imprese e lavoratori. Attraverso gli ITS abbiamo la quasi certezza che quelle unioni funzioneranno. E per una semplice ragione, che spesso funziona anche nei matrimoni: perché gli studenti e le imprese, prima di “sposarsi”, si conoscono, costruiscono un percorso insieme, parlano la stessa lingua. Convivono, insomma, e una volta scelti ci sono ottime possibilità che quel rapporto funzioni e porti buoni frutti. L’azienda sa cosa cerca e di cosa ha bisogno, e lo studente diplomato in un ITS altrettanto. Per noi è importante dare risposte di livello ai bisogni delle imprese e registrare così la loro soddisfazione, lavorando in sinergia con l’ITS.
Quello di Umana è sicuramente un osservatorio privilegiato dei bisogni e delle richieste delle aziende: come è evoluta nel tempo la loro percezione del super tecnico ITS?
Ogni imprenditore sa che l’unico futuro possibile è quello che guarda all’innovazione, la tecnologia, la connessione dei dati e delle esperienze. E in questo contesto le aziende ricercano in prevalenza giovani con percorsi di area Stem. Che difficilmente riescono a trovare. Ma il tema fondamentale rimane quello di costruire per queste imprese dei percorsi che permettano loro di trovare figure profilate e subito operative, e di costruirli insieme, ITS e imprese. Ciò che registriamo da tempo, infatti, non è solo un mismatch fra domanda e offerta di figure professionali, ma anche tra formazione specifica e reali esigenze delle imprese. Ed ecco che, ancora una volta, la formazione degli ITS gioca un ruolo fondamentale.
Il Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi, ha indicato in maniera chiara il ruolo che gli Istituti Tecnici Superiori dovranno avere nel prossimo futuro. Si stima che il fabbisogno per le aziende italiane sia di circa 3 milioni di Tecnici superiori nel quinquennio 2019-23.
Come si colma un gap così ampio rispetto al numero attuale dei diplomati ITS?
Il nostro obiettivo per i prossimi anni è far capire alle imprese, agli studenti e alle loro famiglie, che il percorso degli ITS e dell’Apprendistato duale è oggi una chiave straordinaria per aprire le porte del mondo del lavoro. Bisogna far comprendere che questi strumenti sono la concreta rappresentazione della contaminazione fra scuola e impresa, e che questa è la strada da percorrere se si vuole evitare che in un contesto mutevole e orientato all’innovazione e all’Industria 4.0, le aziende fermino il loro sviluppo per mancanza di competenze adatte alle loro esigenze. Oggi le Agenzie per il Lavoro rivestono un ruolo centrale nella diffusione del modello duale. Per i vantaggi intrinseci del rapporto triangolare proprio della somministrazione, per la loro diffusione capillare nei territori, ma anche e soprattutto per lo stretto rapporto che hanno con il mondo dell’impresa e quello della scuola.
Maria Raffaella Caprioglio, Presidente Umana SpA
Dal confronto costante di Umana con i tanti ragazzi che cercano un’occupazione è possibile cogliere le ragioni che li tengono lontani da questi percorsi subito dopo il diploma di maturità?
Le ragioni sono molte, ma gemmano tutte dalla scarsa conoscenza che i giovani hanno verso il mondo del lavoro e quello delle aziende. È nostro compito lavorare per rimuovere quello che più di altro è un gap culturale che incide pesantemente su studenti e famiglie in primis. Bisogna spiegare con efficacia che i numeri che riguardano gli ITS in termini occupazionali, da nord a sud e sin dal 2010, sono davvero molto soddisfacenti, sia per rispondenza dei percorsi formativi ai profili richiesti dal mercato del lavoro, sia per la qualità della formazione tecnico scientifica e pratica erogata in maniera mirata e flessibile a livello di micro territori. Dal monitoraggio nazionale 2018 sul Sistema ITS del Miur emerge infatti che l’82,5% dei diplomati negli ITS ha trovato lavoro entro un anno dal diploma e nell’87,3% dei casi lo ha trovato in un’area coerente con il percorso concluso. Tutto questo deve diventare tema di discussione, anche fra chi è deputato a compiere scelte politiche su formazione, scuola ed università.
Come è nato e cresciuto il rapporto con l’ITS Meccatronico Veneto?
Umana ha sempre creduto negli ITS ed è entrata in tutte le fondazioni appena costituite in Veneto, compreso quella del Meccatronico, e fin da subito la collaborazione è stata ampia, avendo noi affiancato l’ITS dall’azione di promozione dei corsi, nelle fasi di selezioni in ingresso dei corsisti, supportando la sua azione con attività di orientamento al lavoro e curando la parte di ricerca attiva e di strumenti di personal branding. Negli anni abbiamo attivato e stiamo continuando ad attivare contratti di Apprendistato di terzo livello finalizzati al conseguimento del titolo coinvolgendo in questa operazione molte aziende del territorio veneto. Insieme potremo incrementare questa buona pratica, il crescente numero di aziende e giovani che si dicono soddisfatti ci dà ragione.
Ed entriamo appunto nel tema del contratto di Apprendistato di terzo livello. Lo si può essere considerare uno strumento di attrazione all’ITS per i ragazzi?
Ne sono convinta, perché l’Apprendistato di Alta Formazione è espressione di quel sistema duale, così sviluppato da decenni nel resto d’Europa, in cui il mondo del lavoro e quello della formazione dialogano e si contaminano proficuamente, un modello che è proprio degli ITS.
Allo stesso modo come si pongono le aziende rispetto allo strumento: lo conoscono? Lo richiedono? Sono scettiche?
Quando ne scoprono e apprezzano i vantaggi, solitamente lo utilizzano in maniera costante e reiterata nel tempo. Le aziende ricercano competenze capaci di inserirsi immediatamente nei cicli produttivi, ma trovano ancora insufficienti le risposte che arrivano dalla scuola. Emerge dunque l’esigenza di sviluppare percorsi formativi che preparino al mondo del lavoro e dell’impresa. Attraverso il contratto di Apprendistato fatto durante l’ITS le aziende possono individuare le figure che più si attagliano alle loro esigenze, scegliendo giovani promettenti e motivati, intravedendo in loro i futuri collaboratori di fiducia, addestrandoli professionalmente sotto la propria guida e monitoraggio, a fianco della Fondazione ITS. A questi vantaggi, quando si attiva l’Apprendistato in somministrazione, si aggiungono quelli specifici del rapporto triangolare proprio della somministrazione che fra l’altro solleva l’imprenditore dalla gestione, anche burocratica, degli obblighi e dagli adempimenti.
Rispetto alla vostra esperienza quali sono i tre plus di questo strumento?
L’Apprendistato di Alta Formazione in somministrazione è un modello grazie al quale tutti vincono: le aziende, i giovani e l’intero mercato del lavoro. Questo è un modello che garantisce ai ragazzi un’opportunità di ingresso al lavoro contrattualmente normato e sicuro, fin da subito, godendo del vantaggio competitivo di imparare lavorando attraverso un percorso di formazione mirata, qualificante, professionalizzante, riconoscibile, tracciabile e verificabile, e quindi spendibile per il futuro. Con il contratto di Apprendistato, infatti, lo studente assume lo status primario di lavoratore e partecipa alle attività dell’azienda durante tutto l’arco dell’anno, alternando alle ore di didattica (Formazione Esterna), ore di formazione in azienda (Formazione Interna) e ore di lavoro vero e proprio, sulla base di un progetto formativo concordato tra l’ente formativo e l’impresa.
Che cosa si dovrebbe fare per ampliare la platea dei fruitori?
Il lavoro che deve essere fatto è ancora una volta quello dell’informazione alle aziende e alle famiglie. Questo è uno degli strumenti fra i più moderni e fra i più spinti dalle normative, che riserva molti vantaggi alle imprese. Uno strumento che guarda al futuro, pur rimandando al passato solo nel nome, e direi purtroppo, e che oggi diventa finalmente appetibile e smart, grazie anche alla possibilità di utilizzare la migliore forma di flessibilità: la somministrazione.
Quanto i tecnici superiori in area meccatronica e Ict e Digital potrebbero beneficiare di questo strumento?
Certamente molto, perchè sembra costruito proprio per queste figure. Profili che operano in un mondo dove studio e tecnica sono alimentate dalla conoscenza delle dinamiche produttive nelle aziende.
Qui, il mondo della formazione e quello del lavoro hanno la possibilità di dialogare, interconnettersi e in definitiva mettere a fattor comune le rispettive necessità e peculiarità, dando vita ad un circuito virtuoso i cui beneficiari sono tanto le imprese quanto i giovani.
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