La collaborazione di Umana con gli ITS e con l’ITS Meccatronico Veneto è di lunga data, ovvero dalla loro nascita. L’azienda ha colto sin dall’inizio il potenziale di questi percorsi di Alta Formazione post diploma. Lo stesso bollino ITS Academy di Confindustria è un riconoscimento che testimonia il percorso portato avanti negli anni per far conoscere e valorizzare le competenze di questi diplomati presso le aziende.
Ne parliamo con Maria Raffaella Caprioglio, presidente Umana SpA.
Ci vuole raccontare cosa ha significato, per un’agenzia come la vostra, poter proporre alle aziende una figura come quella del diplomato con un titolo di Tecnico superiore?
Il nostro mestiere è quello di rispondere alle esigenze delle aziende e di costruire delle “unioni” il più possibile felici e durature fra imprese e lavoratori. Attraverso gli ITS abbiamo la quasi certezza che quelle unioni funzioneranno. E per una semplice ragione, che spesso funziona anche nei matrimoni: perché gli studenti e le imprese, prima di “sposarsi”, si conoscono, costruiscono un percorso insieme, parlano la stessa lingua. Convivono, insomma, e una volta scelti ci sono ottime possibilità che quel rapporto funzioni e porti buoni frutti. L’azienda sa cosa cerca e di cosa ha bisogno, e lo studente diplomato in un ITS altrettanto. Per noi è importante dare risposte di livello ai bisogni delle imprese e registrare così la loro soddisfazione, lavorando in sinergia con l’ITS.
Quello di Umana è sicuramente un osservatorio privilegiato dei bisogni e delle richieste delle aziende: come è evoluta nel tempo la loro percezione del super tecnico ITS?
Ogni imprenditore sa che l’unico futuro possibile è quello che guarda all’innovazione, la tecnologia, la connessione dei dati e delle esperienze. E in questo contesto le aziende ricercano in prevalenza giovani con percorsi di area Stem. Che difficilmente riescono a trovare. Ma il tema fondamentale rimane quello di costruire per queste imprese dei percorsi che permettano loro di trovare figure profilate e subito operative, e di costruirli insieme, ITS e imprese. Ciò che registriamo da tempo, infatti, non è solo un mismatch fra domanda e offerta di figure professionali, ma anche tra formazione specifica e reali esigenze delle imprese. Ed ecco che, ancora una volta, la formazione degli ITS gioca un ruolo fondamentale.
Il Presidente del Consiglio Prof. Mario Draghi, ha indicato in maniera chiara il ruolo che gli Istituti Tecnici Superiori dovranno avere nel prossimo futuro. Si stima che il fabbisogno per le aziende italiane sia di circa 3 milioni di Tecnici superiori nel quinquennio 2019-23.
Come si colma un gap così ampio rispetto al numero attuale dei diplomati ITS?
Il nostro obiettivo per i prossimi anni è far capire alle imprese, agli studenti e alle loro famiglie, che il percorso degli ITS e dell’Apprendistato duale è oggi una chiave straordinaria per aprire le porte del mondo del lavoro. Bisogna far comprendere che questi strumenti sono la concreta rappresentazione della contaminazione fra scuola e impresa, e che questa è la strada da percorrere se si vuole evitare che in un contesto mutevole e orientato all’innovazione e all’Industria 4.0, le aziende fermino il loro sviluppo per mancanza di competenze adatte alle loro esigenze. Oggi le Agenzie per il Lavoro rivestono un ruolo centrale nella diffusione del modello duale. Per i vantaggi intrinseci del rapporto triangolare proprio della somministrazione, per la loro diffusione capillare nei territori, ma anche e soprattutto per lo stretto rapporto che hanno con il mondo dell’impresa e quello della scuola.
Maria Raffaella Caprioglio, Presidente Umana SpA
Dal confronto costante di Umana con i tanti ragazzi che cercano un’occupazione è possibile cogliere le ragioni che li tengono lontani da questi percorsi subito dopo il diploma di maturità?
Le ragioni sono molte, ma gemmano tutte dalla scarsa conoscenza che i giovani hanno verso il mondo del lavoro e quello delle aziende. È nostro compito lavorare per rimuovere quello che più di altro è un gap culturale che incide pesantemente su studenti e famiglie in primis. Bisogna spiegare con efficacia che i numeri che riguardano gli ITS in termini occupazionali, da nord a sud e sin dal 2010, sono davvero molto soddisfacenti, sia per rispondenza dei percorsi formativi ai profili richiesti dal mercato del lavoro, sia per la qualità della formazione tecnico scientifica e pratica erogata in maniera mirata e flessibile a livello di micro territori. Dal monitoraggio nazionale 2018 sul Sistema ITS del Miur emerge infatti che l’82,5% dei diplomati negli ITS ha trovato lavoro entro un anno dal diploma e nell’87,3% dei casi lo ha trovato in un’area coerente con il percorso concluso. Tutto questo deve diventare tema di discussione, anche fra chi è deputato a compiere scelte politiche su formazione, scuola ed università.
Come è nato e cresciuto il rapporto con l’ITS Meccatronico Veneto?
Umana ha sempre creduto negli ITS ed è entrata in tutte le fondazioni appena costituite in Veneto, compreso quella del Meccatronico, e fin da subito la collaborazione è stata ampia, avendo noi affiancato l’ITS dall’azione di promozione dei corsi, nelle fasi di selezioni in ingresso dei corsisti, supportando la sua azione con attività di orientamento al lavoro e curando la parte di ricerca attiva e di strumenti di personal branding. Negli anni abbiamo attivato e stiamo continuando ad attivare contratti di Apprendistato di terzo livello finalizzati al conseguimento del titolo coinvolgendo in questa operazione molte aziende del territorio veneto. Insieme potremo incrementare questa buona pratica, il crescente numero di aziende e giovani che si dicono soddisfatti ci dà ragione.
Ed entriamo appunto nel tema del contratto di Apprendistato di terzo livello. Lo si può essere considerare uno strumento di attrazione all’ITS per i ragazzi?
Ne sono convinta, perché l’Apprendistato di Alta Formazione è espressione di quel sistema duale, così sviluppato da decenni nel resto d’Europa, in cui il mondo del lavoro e quello della formazione dialogano e si contaminano proficuamente, un modello che è proprio degli ITS.
Allo stesso modo come si pongono le aziende rispetto allo strumento: lo conoscono? Lo richiedono? Sono scettiche?
Quando ne scoprono e apprezzano i vantaggi, solitamente lo utilizzano in maniera costante e reiterata nel tempo. Le aziende ricercano competenze capaci di inserirsi immediatamente nei cicli produttivi, ma trovano ancora insufficienti le risposte che arrivano dalla scuola. Emerge dunque l’esigenza di sviluppare percorsi formativi che preparino al mondo del lavoro e dell’impresa. Attraverso il contratto di Apprendistato fatto durante l’ITS le aziende possono individuare le figure che più si attagliano alle loro esigenze, scegliendo giovani promettenti e motivati, intravedendo in loro i futuri collaboratori di fiducia, addestrandoli professionalmente sotto la propria guida e monitoraggio, a fianco della Fondazione ITS. A questi vantaggi, quando si attiva l’Apprendistato in somministrazione, si aggiungono quelli specifici del rapporto triangolare proprio della somministrazione che fra l’altro solleva l’imprenditore dalla gestione, anche burocratica, degli obblighi e dagli adempimenti.
Rispetto alla vostra esperienza quali sono i tre plus di questo strumento?
L’Apprendistato di Alta Formazione in somministrazione è un modello grazie al quale tutti vincono: le aziende, i giovani e l’intero mercato del lavoro. Questo è un modello che garantisce ai ragazzi un’opportunità di ingresso al lavoro contrattualmente normato e sicuro, fin da subito, godendo del vantaggio competitivo di imparare lavorando attraverso un percorso di formazione mirata, qualificante, professionalizzante, riconoscibile, tracciabile e verificabile, e quindi spendibile per il futuro. Con il contratto di Apprendistato, infatti, lo studente assume lo status primario di lavoratore e partecipa alle attività dell’azienda durante tutto l’arco dell’anno, alternando alle ore di didattica (Formazione Esterna), ore di formazione in azienda (Formazione Interna) e ore di lavoro vero e proprio, sulla base di un progetto formativo concordato tra l’ente formativo e l’impresa.
Che cosa si dovrebbe fare per ampliare la platea dei fruitori?
Il lavoro che deve essere fatto è ancora una volta quello dell’informazione alle aziende e alle famiglie. Questo è uno degli strumenti fra i più moderni e fra i più spinti dalle normative, che riserva molti vantaggi alle imprese. Uno strumento che guarda al futuro, pur rimandando al passato solo nel nome, e direi purtroppo, e che oggi diventa finalmente appetibile e smart, grazie anche alla possibilità di utilizzare la migliore forma di flessibilità: la somministrazione.