Presentata la ricerca “Le professioni del futuro” voluta da Confindustria Veneto e curata da Fondazione Nordest che ha intervistato 1082 imprese venete provenienti da settori strategici come meccanica, moda, legno, arredo, agroindustria, turismo, logistica, Ict, ingegneria e costruzioni.
Quali competenze cercano le aziende
Un dato balza subito all’occhio dalla ricerca, basata sulle risposte di quasi 1100 aziende e presentata ieri 24 giugno presso Confindustria Veneto a Mestre: sette aziende su 10 sono intenzionate ad assumere nei prossimi mesi per acquisire competenze al momento non presenti in azienda. E queste competenze, che in qualche modo delineano “le professioni del futuro”, possono sicuramente essere trovate nelle figure dei Tecnici superiori del sistema ITS. Aziende che per affrontare le sfide future, legate in particolare alla transizione ecologica, sanno di avere bisogno di competenze tecniche specifiche ma anche permeate da soft skills trasversali ormai necessarie per approcciare il lavoro in azienda in chiave innovativa.
Una ricerca quindi che rivela la sua forza nel permettere una programmazione ragionata degli sviluppi che il sistema ITS potrà avere al livello nazionale ma soprattutto regionale; come ha sottolineato anche l’Assessore alla Formazione, Lavoro e Pari opportunità Elena Donazzan presente in Conferenza stampa con il presidente di Confindustria Veneto, Enrico Carraro collegato da remoto, Gianluca Vigne, coordinatore per l’Istruzione tecnica di Confindustria, Silvia Oliva, ricercatrice senior di Fondazione Nordest che ha presentato i dati e due rappresentanti del sistema ITS del Veneto: il direttore del nostro ITS Meccatronico Veneto Giorgio Spanevello e Laura Speri direttore ITS Last.
ITS e le professioni del futuro
Il digitale la fa da padrone tra i fattori di competitività indicati dalle aziende (85,7%), seguito dall’Industria 4.0 (75,4%) la sostenibilità (77,4%) e l’internazionalizzazione (77,4%); e solo una minoranza ritiene di disporre delle competenze internamente. Da qui il dato che fotografa la necessità di reperire nel mercato i profili mancanti che vanno a coprire tutte le aree di attività dell’azienda: dalla progettazione alla produzione, dal marketing e comunicazione all’amministrazione per chiudere con la vendita e post vendita. In particolare l’ambito della produzione avrà bisogno di nuove professionali sia direttamente operative, sia in grado di operare nei processi con competenza tecniche specialistiche.
Molti i punti di forza riconosciuti dalle aziende alla preparazione dei diplomati ITS: tra queste la vicinanza alle esigenze dell’impresa, la preparazione teorica, la conoscenza del settore, la preparazione pratica, la capacità di risolvere problemi concreti e la multidisciplinarietà. Anche se si segnalano alcuni punti di debolezza legati in particolare alle abilità trasversali, sicuramente le più complesse da far acquisire. Ed è da qui è che è fondamentale ripartire tenendo conto che il vero punto di forza degli ITS è anche la loro governance: è questa che permette ad aziende e CTS di dialogare e confrontarsi per definire e costruire al meglio i profili.
“Siamo di fronte ad un mercato del lavoro sempre più esigente, che chiede competenze specifiche, aggiornamento veloce, formatori operativi e un raccordo fondamentale con le imprese: richieste che trovano risposta negli ITS-Academy. Il Veneto svetta in tutti i monitoraggi promossi da osservatori esterni, ma soprattutto nel giudizio delle imprese”, ha affermato l’Assessore Donazzan.
“Si tratta di dati che aiutano la programmazione e spingono verso una ancor più intensa collaborazione aziende-ITS, perchè le giuste competenze si creano insieme ancor prima di assumere i diplomati” ha affermato in chiusura il direttore Giorgio Spanevello.